Domani sciopero nazionale dei settori privati. Anche Cagliari in piazza per la sicurezza nel lavoro

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Cagliari sarà una delle cinque piazze dove Cgil e Uil manifesteranno in concomitanza con lo sciopero nazionale dei settori privati le cui ragioni, dopo l’ennesima strage sul lavoro accaduta ieri nella centrale idroelettrica di Suviana, si rafforzano ulteriormente. In Sardegna inoltre, i dati relativi agli incidenti mortali e infortuni sono più che preoccupanti.

L’appuntamento è davanti alla sede della Prefettura a Cagliari, in piazza Palazzo dalle 9.30 alle 13. Poi altri quattro presìdi: a Nuoro in via Deffenu dalle 10 alle 12, a Oristano in Via Beatrice D’Arborea, a Sassari in piazza Caduti del Lavoro dalle 9 alle 13 e a Portoscuso, nel piazzale davanti alla centrale Enel Grazia Deledda dalle 8 alle 13.

Sono diverse le ragioni che hanno portato i sindacati a proclamare uno sciopero di quattro ore dei settori privati e otto del comparto edile in tutta Italia, ragioni che in Sardegna sono più che mai sentite, visto il quadro relativo sia alla sicurezza nel lavoro che ai dati sull’occupazione e sulla precarietà. Aumentano, infatti, le denunce di infortunio, le malattie professionali proliferano e sono già quattro i lavoratori morti sul lavoro nell’Isola nei primi mesi di quest’anno, uno in più del 2023.

Tra gli obiettivi prioritari di Cgil e Uil dello sciopero nazionale e regionale, al quale seguirà la manifestazione a Roma in programma per il 20 aprile c’è proprio un cambio di paradigma sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non è un caso se uno degli slogan della mobilitazione è “Zero morti sul lavoro”: fra le richieste, superare il subappalto a cascata, rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione, potenziare la formazione, subordinare finanziamenti e incentivi pubblici all’applicazione dei contratti collettivi firmati dai sindacati più rappresentativi.

Oltre a questo, Cgil e Uil rivendicano “Un nuovo modello sociale e di fare impresa”, che rimetta al centro, oltre alla salute e alla sicurezza, il valore del lavoro e della qualità di un’occupazione stabile e non precaria, partendo dal rinnovo dei contratti. Altro obiettivo, “Una giusta riforma fiscale”.

Dati Inail infortuni sul lavoro. Anche in Sardegna è preoccupante l’incremento, purtroppo in linea con la tendenza nazionale. Nel solo mese di febbraio si registra +17,6% di infortuni denunciati all’Inail (erano 710 a febbraio 2023, sono 835 quest’anno ), +6% nel dato relativo al bimestre gennaio-febbraio, in cui si contano in tutto 1746 denunce (erano 1650 nel primo bimestre del 2023).

Oltre l’89% degli infortuni avviene in occasione di lavoro, gli altri in itinere. Riguardo ai settori, il 71,4% si verifica nell’Industria e Servizi con il dato più alto nelle Costruzioni ma con una crescita anche in Agricoltura. Le denunce aumentano in tutti i territori tranne Oristano: Cagliari e Sassari, con il 33% e il 27%, sono quelle che raccolgono più casi, segue il Sud Sardegna con il 18%. Gli infortuni riguardano soprattutto gli uomini (64,8%) e le persone di nazionalità italiana (96,3%), e si concentrano tra i 40 e i 64 anni, in particolar modo tra gli over 50 (circa il 41%). I casi tra i giovani fino a 29 anni rappresentano il 21%, in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre cresce il dato relativo ai trentenni (+8%). Ma sono soprattutto i lavoratori più adulti a registrare l’incremento maggiore di denunce di infortunio: +13,6% tra i 50 e i 74 anni. Crescono sensibilmente le denunce di malattie professionali rispetto ai primi due mesi del 2023: da 729 a 1255, nell’86% dei casi riguardano uomini, occupati prevalentemente nel settore dell’Industria e dei Servizi. La provincia di Cagliari concentra il 58% delle denunce, seguono Oristano e Sud Sardegna con il 14% e 12%. I primi due mesi del 2024 contano già 4 denunce di infortuni con esito mortale: tre a Cagliari e uno a Sassari.

Dati mercato del lavoro e precarietà (fonte Istat e Inps). Il quadro regionale si distingue in senso negativo rispetto a quello nazionale. Il tasto dolente è il carattere precario dei nuovi contratti visto che i rapporti di lavoro a termine e precari sono prevalenti nel mercato del lavoro sardo. Le nuove assunzioni nel 2023 sono state 218.488 a fronte delle 216.709 del 2022, pari a +0,8%, dato che evidenzia un ulteriore rallentamento della crescita già rilevato nel 2022. Le nuove assunzioni a tempo indeterminato rappresentano l’11,2%, in lieve contrazione rispetto all’anno precedente (11,5%), mentre l’87,4% è regolato da contratti a tempo determinato (44,2%) e da quelli più precari, stagionali, in somministrazione e intermittenti (43,19%). Questi ultimi interessano maggiormente le lavoratrici: il 45,4% contro il 41% degli uomini e se si considerano i contratti a termine, si arriva all’88,8% (è dell’86% quella maschile). Insieme alle donne sono i giovani a essere più vulnerabili: un lavoro su due offerto ai giovani è regolato dai contratti più precari (stagionali, somministrati e intermittenti), quasi 10 punti percentuali in più rispetto ai lavoratori sopra i 50 anni.

Per quanto riguarda gli indicatori del mercato del Lavoro, nel 2023 il tasso di occupazione registra +1,2%, e si attesta al 56,1%, dato inferiore alla media nazionale (61,5%). A crescere rispetto all’anno precedente è soprattutto l’occupazione femminile, mentre quella maschile risulta stabile: si tratta, ad ogni modo, di valori che non compensano la differente partecipazione al mercato del lavoro tra lavoratrici e lavoratori (63% a fronte del 49,1%, era 46,7% nel 2022). La disoccupazione passa da 11,8% a 10,2% (7,8% la media nazionale). Il tasso di occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni è del 18,5%, con una differenza di circa 8 punti percentuali tra i generi (22,7 a fronte del 14% femminile). I giovani contano, a conferma della maggiore fragilità, un tasso di disoccupazione molto elevato: 16 punti percentuali in più rispetto alla media regionale (il 26,7% a fronte del 10,2%).

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