Protesta alla Cim , senza stipendio e in ferie forzate

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Senza stipendio da maggio e poi costretti a mettersi in ferie ma senza alcuna comunicazione ufficiale, dal 1 luglio i lavoratori della Cim, azienda metalmeccanica che fornisce in appalto le attività di manutenzione per Eni Rewind a Macchiareddu, hanno ricevuto l’ordine di non recarsi a lavoro. Una situazione inaccettabile per la Fiom Cgil di Cagliari e per i lavoratori che stamattina si sono dati appuntamento davanti ai cancelli Eni di Macchiareddu per una protesta che chiama in causa la Cim, il Consorzio Cmci di cui fa parte ma anche Eni Rewind.

La vertenza, che coinvolge anche i colleghi che operano nell’area industriale di Porto Torres, va avanti da inizio anno, quando la Cim ha iniziato a pagare in ritardo gli stipendi, poi la situazione è precipitata: “Il mese di aprile è stato saldato dal Consorzio Cmci – ha spiegato il segretario della Fiom Cagliari Marco Mereu – delle buste paga di maggio e giugno invece non c’è traccia e ora ci troviamo davanti a questa situazione inaccettabile, con i lavoratori mandati a casa e nessuna chiarezza su quanto sta accadendo”.

Di ufficiale nella vicenda c’è poco ma sembra che il Consorzio Cmci abbia revocato il mandato per lo svolgimento delle attività in appalto alla Cim e che ora si attenda la riassegnazione a un’altra società. “Si tratta di questioni che devono essere risolte dalle aziende coinvolte e che non possono essere scaricate sulle spalle dei lavoratori”, denuncia Marco Mereu sottolineando che “le mensilità di maggio e giugno devono essere saldate immediatamente e che sia il Consorzio capofila che la committente Eni Rewind devono intervenire fattivamente per risolvere la questione e fa rientrare il personale al lavoro”.

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